Quel prefisso che Marconi vorrebbe avere in esclusiva

L’Editoriale di Novembre (tratto da Radio Rivista, Organo Ufficiale dell’Associazione Radiamatori Italiani, 11/2016)  

Quel prefisso che Marconi vorrebbe avere in esclusiva   

di Gabriele Villa, I2VGW *

 

Un editoriale se lo meritano. Sono i “ragazzi” (si è sempre ragazzi quando è l’entusiasmo a muovere azioni e a spingere ad intraprendere avventure in salita) del Csmi, il Coordinamento delle stazioni marconiane. E l’entusiasmo loro ti contagia, se li conosci. Proprio per questo motivo, mi piacerebbe che, dopo questo editoriale, l’intera popolazione radiantistica italiana si avvicinasse a loro. Vorrei che ogni radioamatore si sentisse come loro. Cioè si sentisse, come scrissi, a suo tempo, in un lungo articolo per un quotidiano nazionale, un nipotino di Marconi.

Vediamo di capire meglio insieme che cosa abbiamo di fronte. Nei primi mesi del 2014, Roberto ISØJMA cominciò, con un lavoro da certosino, a tessere la tela del suo progetto. Prese a contattare Sezioni ARI, Team e Gruppi, legati o vicini alle varie stazioni marconiane italiane e, in buona sostanza, cominciò un primo censimento, tenendo conto delle loro peculiarità, delle iniziative da queste avviate, dei progetti commemorativi e delle attivazioni in essere o in divenire. Un censimento, certamente non facile per la frammentarietà delle informazioni, ma sicuramente stimolante per il traguardo che Roberto, affiancato da un manipolo di altrettanto entusiasti colleghi, si era posto. Fatto sta che, anche per la costruttiva, determinante, ostinazione che sta nel Dna della regione di provenienza di Roberto, eccoci qui oggi a confrontarci con quella che è diventata una felice realtà.

Una realtà da tutelare, difendere e, possibilmente tramandare ai futuri radioamatori. Una rete di stazioni, figlie naturali di quella IY4FGM di Pontecchio Marconi (gestita con impegno dalla Sezione ARI di Bologna), cui tutti guardiamo con rispetto. E oggigiorno è proprio la bandiera di quel prefisso, di quel IY che governa e anima ogni iniziativa del Csmi e delle stazioni marconiane a denominazione d’origine controllata, che sono entrate a buon diritto, a far parte della rete ufficiale del Coordinamento. E di fatto è proprio quel prefisso che, va tutelato e protetto, fuor di polemica. Considerando che, schiettezza per schiettezza, nell’allegro bailamme, burocratico-amministrativo, che caratterizza il nostro altrettanto allegro Paese, la gestione ministeriale di prefissi radiantistici, sfocia spesso in risultati non propriamente simili a ciò che accade in altri Countries. Una confusione alimentata dalla difformità di una legislazione che sembrerebbe delegare ai vari Ispettorati Regionali la gestione dei vari nominativi e dei prefissi speciali.

E se è vero che questo CDN, nel primo incontro avvenuto, nella sede ARI di Milano, all’insegna della cordialità e della massima identità di vedute, con il nuovo rappresentante del Ministero in seno al Consiglio Direttivo, ha già posto le basi per una piattaforma di proposte su cui lavorare collegialmente, è altrettanto vero che la confusione viene spesso alimentata in frequenza da prefissi e nominativi allettanti ma anche, lasciatemelo dire, ingannevoli. Che fanno presumere legami con Marconi e i siti marconiani, ma che nulla spesso hanno a che vedere, realmente, con Marconi e i siti marconiani. Risultato? Il caos. Deleterio. Che, picconata dopo picconata , o, peggio, prefisso allentante quanto fuorviante, dopo prefisso allettante quanto fuorviante, potrebbe demolire la costruzione virtuosa realizzata dal Csmi.

Un meccanismo che si muove ed opera solo ed esclusivamente nei siti marconiani e non nelle fiere della porchetta (riconosco il valore della porchetta nell’ambito del nostro patrimonio gastronomico, ovviamente). Fiere e sagre che, si possono anche organizzare in una via Marconi qualsiasi della nostra Italia, ma che non per questo motivo debbono vantarsi di portarsi appresso un IY come prefisso.

Se le finalità e l’impegno del Csmi sono indirizzati a far ancor meglio conoscere l’operato delle Stazioni IY nell’ambito radiantistico, nonché a esportare nel mondo l’eredità marconiana, sotto il profilo tecnico, culturale, storico e didattico, allora, a mio avviso, è compito dell’ARI e di tutti noi, nipotini di Marconi, difendere queste finalità e supportare, d’intesa con il Mise, un’attività seria e degna di preservare luoghi e memorie. Non confondiamo, per favore, Marconi con Garibaldi moltiplicando, improvvisamente e falsamente,  le case dove ha dormito e/o sostato per qualche minuto e quindi piazzando una targa commemorativa (o un prefisso) praticamente ovunque. Ciò che mi pare sensato per sgombrare il campo dagli equivoci e da certe puerili furbate, è che, da parte del Ministero, si arrivi ad associare la gestione dei nominativi IY a quella dei nominativi IQ, in modo tale che si possa avere una gestione definitiva degli stessi da parte  delle rispettive Sezioni ARI che si fanno carico del sito marconiano di appartenenza. Perché i radioamatori di domani hanno bisogno di certezze e di concrete azioni di propaganda e di fidelizzazione e in questo ambito il Csmi, durante l’International Marconi Day di quest’anno ha già seminato bene, collaborando con lo YOTA, e offrendo a giovani operatori la possibilità di trasmettere da alcune stazioni marconiane, tra cui anche da IY4FGM. Un’iniziativa direi scoutistica che, certamente, proseguirà con successo anche nel 2017.

Ma la rete del Csmi, che attualmente collega e tiene collegate dieci stazioni IY che sono la declinazione di IY4FGM, ha portato anche a meeting e confronti: Villa Griffone (2014), La Spezia (2015) e Pisa – Coltano nello scorso Settembre. Vi invito a dare un’occhiata al sito ufficiale www.csmi.altervista.org per trovare non solo news e aggiornamenti sull’attività del Coordinamento ma anche preziosi filmati di rilevante interesse storico.

Sul fronte ARI, è un mio personalissimo parere, sono convinto che si possa e si debba dare di più per valorizzare il lavoro del Csmi, magari, per esempio, inserendo le stazioni dei siti marconiani, gestiti dalle nostre Sezioni, in una sorta di Albo d’Onore che rappresenterebbe non solo l’imprimatur ufficiale, ma un premio all’impegno e alla dedizione con cui “questi ragazzi” affrontano gli tsunami dell’incertezza legislativa e lavorano per restare saldamente on air da questi siti.

E per rimetterli in ordine, dandosi materialmente e concretamente da fare per il restauro e la conservazione dei siti stessi. La situazione in cui è stato trovato lo storico Semaforo di Capo Figari, gestito oggi con passione dalla Sezione ARI di Olbia, la dice lunga sulle difficoltà che si possono  incontrare anche per difendere la Storia. Ma senza coraggio non si inizia un viaggio.

 

* Direttore di RadioRivista e Vicepresidente ARI.

 

 

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