IY6GM

I Y 6 G M

Faro Monte Cappuccini Ancona – JN63SO

Stazione attiva dal 2004 e gestita da ARI Ancona www.ariancona.it 

Referente: IW6DCN Marco Olivieri

 

La storia del sito di Monte Cappuccini

L’8 agosto 1859, per volere di papa Pio IX, iniziarono i lavori per la costruzione del vecchio faro di Ancona ubicato sulla collina dei Cappuccini da cui si gode una vista spettacolare sulla città, sul golfo di Ancona, sul porto e sul mare aperto. Il faro entrò in funzione il 10 luglio 1860. Esso fu l’ultima opera pubblica compiuta sotto l’amministrazione pontificia; il 29 settembre, infatti Ancona entrava a far parte del Regno di Sardegna. Alto circa 20 m, ha la forma di una torre cilindrica in mattoni e poggia su una base rettangolare. Una scala a chiocciola in pietra d’Istria conduce alla sommità avvolgendosi intorno al pozzo cilindrico del peso-motore. Nel sistema di illuminazione si utilizzava un sistema di lenti di Fresnel; il segnale era formato da un lampo bianco ogni 45 secondi ed ogni lampo era preceduto da quattro secondi di luce più tenue in quanto il fuoco fisso era sempre acceso per non far perdere di vista il fanale dai naviganti.

 

La chiesa dei Cappuccini con il vecchio faro in un’immagine di fine ‘800

 

Accanto al faro venne edificata la stazione radiotelegrafica di Monte Cappuccini ad uso esclusivo per il servizio della Regia Marina con raggio di azione è di 300 chilometri. Dal 1 agosto 1904 presterà anche servizio pubblico e commerciale: la tassa per i radiogrammi è di 63 centesimi a parola. La posizione elevata del sito a così breve distanza dal mare venne scelta da Guglielmo Marconi per dimostrare le sue teorie su l’influenza della luce solare sui collegamenti in onde corte, oltre ad affinare la tecnica su un nuovo tipo di detector e sugli accordatori sintonici per eliminare i disturbi che lui chiamati “intrusi”. Il faro svolse regolare servizio per la navigazione marittima fino al 1972 quando fu sostituito da un nuovo e più moderno impianto costruito a circa 200 metri che è tutt’ora in uso. Il vecchio faro è stato visitabile per alcuni anni grazie all’opera di volontari. Da alcuni anni è però chiuso al pubblico e in città si attende con ansia la riapertura dell’antica torre, uno dei simboli di Ancona.

 

Gli esperimenti di Guglielmo Marconi a Monte Cappuccini

Sabato 6 agosto 1904 Guglielmo Marconi raggiunge Ancona con la R.N. Sardegna proveniente da Bari. Con lui il Ministro delle Poste e Telegrafi Stelluti. E’ pomeriggio quando scendono a terra e subito Marconi con il comandante delle nave ed i suoi assistenti faranno visita alla stazione radiotelegrafica di Monte Cappuccini. La stazione radiotelegrafica distava circa venti metri dal posto semaforico ed un furiere maggiore della Regia Marina ne era il capo posto. Marconi gli chiese varie informazioni e con il suo assistente Kemp illustrò ai presenti il funzionamento della stazione trasmettendo inoltre alcune parole. Fuori della stazione erano installate due torri in ferro alte circa venticinque metri controventate con cavi metallici. Tra i due tralicci è tesa una corda di acciaio con agli estremi gli isolatori. Alla corda sono assicurati i fili conduttori ricoperti, i quali riuniti poi in un solo filo, entrano in stazione attraverso un isolatore nel centro di un’apposita finestra. Il fabbricato della stazione contiene inoltre il locale ove sono collocati i manipolatori per la trasmissione e gli apparati riceventi. L’ufficio telegrafico è quello già esistente presso il semaforo, che è collegato con un cavo speciale alla Centrale Telegrafica di Ancona. C’è poi la sala macchine dove un motore “Didjou” a benzina di sei cavalli aziona una dinamo che genera l’energia elettrica necessaria al funzionamento della stazione stessa. Racconta il cronista del tempo:

“…l’energia elettrica che si sviluppa al tocco del manipolatore (tasto) è fortissima e dai grossi rocchetti parte una scintilla producente un rumore secco, come una frustata di canna d’India su un tavolo”.

Marconi sottolineò l’ottima ubicazione della stazione riservandosi di tornarci il giorno seguente per eseguire gli esperimenti sulla sintonizzazione degli apparati.

La vecchia stazione radiotelegrafica alle spalle del semaforo, si notino subito dietro, i due tralicci dell’antenna.

 

Il mattino di domenica 7 agosto 1904, Marconi, l’assistente Kemp e il segretario Kershaw nonché il comandante del Sardegna Nicastro e il capitano di corvetta Quintino Bonomo (comandante la R.N. Colonna giunta ad Ancona in mattinata) si portano alla stazione radiotelegrafica di Monte Cappuccini ove si tratterranno sino alle ore 11 per preparare gli esperimenti che avrebbero iniziato la notte. Quella domenica, il municipio di Ancona organizzò feste, banchetti e ricevimenti in onore di Marconi.

La sera, al Casino Dorico, mentre gli ufficiali delle navi si trattennero sino a tardi per il ballo, lo scienziato e i comandanti del Sardegna e del Colonna, indossati abiti da lavoro in una stanza appositamente allestita, alle 23,30 presero la strada per Monte Cappuccini alla volta della stazione radiotelegrafica dove passeranno la notte per gli esperimenti. Trascorsa da pochi minuti la mezzanotte del 7 agosto Guglielmo Marconi e il suo seguito sono all’interno della stazione per ricevere i segnali che l’altra stazione da Poldhu in Cornovaglia, distante 1750 chilometri, avrebbe trasmesso secondo ordini ben precisi. Dalle una alle quattro (ora di Roma) doveva eseguire trasmissioni della durata di dieci minuti a intervalli di cinque minuti. Ogni trasmissione doveva essere così costituita : tre capito, un punto fermo, venti lettere “V” un punto fermo e tre capito finali.

L’ultima trasmissione poi, doveva comprendere una breve frase di saluto e il nominativo della stazione. Alle una meno qualche minuto Marconi, dopo aver opportunamente sintonizzato gli apparati con la stazione di Poldhu, si mise in ascolto al detector ed alcuni istanti dopo porse il ricevitore al comandante della nave Sardegna e successivamente a tutti i presenti, compreso il capo semaforista Battelli e agli altri suoi dipendenti. Tutti poterono constatare con meraviglia la chiarezza e la forza dei segnali, principalmente in considerazione sia della limitata capacità dell’ aereo della stazione, sia del gran tratto di terre montuose interposte tra Monte Cappuccini e Poldhu, e sia, infine, perché quest’ultima stazione adoperava soltanto la quarta parte dell’energia disponibile.

Uno degli appunti manoscritti del Cap. Bonomo realizzati sotto dettatura di Guglielmo Marconi a bordo della R.N. Sardegna.

 

Per dare un’idea della forza con cui si percepivano i segnali di Poldhu, basterà paragonarla a quella dei suoni che abitualmente si udivano al detector, dovuti ai segnali di una stazione distante circa trenta o quaranta chilometri e che trasmetteva con una scintilla di 6 o 7 mm. Quando si pensa, inoltre che il detector adoperato fu quello della stazione di Monte Cappuccini, e cioè uno dei regolamentari della Regia Marina, il cui ricevitore telefonico, per quanto buono, non poteva ritenersi un campione di sensibilità, si comprenderà maggiormente la sorpresa di allora per il felice risultato ottenuto.

I metodi per ottenere risultati così sorprendenti erano tanto semplici e sicuri che si poterono ottenere ricezioni da Poldhu non solamente nelle notti seguenti nella stessa stazione di Monte Cappuccini, ma anche successivamente nella stazione di Torre Piloti, sulla Regia Nave Sardegna e persino sulla Regia Nave Colonna il cui aereo, sebbene avesse lo sviluppo superiore all’ordinario, aveva un’elevazione sul ricevitore di soli 17 metri. Inoltre Marconi volle far constatare ai presenti gli effetti della luce solare sulle comunicazioni a grande distanza.

E’ noto che l’influenza della luce tende a ridurre la forza dei segnali e quindi la portata della trasmissione. Questi medesimi risultati furono ottenuti a bordo dal personale imbarcato in seguito alle istruzioni ricevute dallo stesso scienziato. Anche il 10 agosto 1904 alle 3,15 Guglielmo Marconi unitamente al comandante Bonomo, all’assistente Kemp e al resto del seguito tornarono alla stazione di Monte Cappuccini. Poldhu aveva ricevuto ordine di fare le solite trasmissioni dalle quattro alle sette (ora di Roma). Fino alle quattro e venticinque i segnali giunsero, come al solito, forti e ben distinti: diventarono notevolmente più deboli dalle quattro e trenta alle quattro e quaranta, sino a rendersi assolutamente impercettibili alle quattro e cinquanta e cioè ventitré minuti prima che il sole sorgesse all’orizzonte.

E’ inutile dire che anche questi risultati furono controllati con meraviglia da tutti i presenti. Alle 7, 30 Marconi lascia definitivamente la stazione radiotelegrafica di Monte Cappuccini e alle ore 12,40 la R.N. Sardegna levava l’ancora diretta a Venezia mentre la R.N. Colonna, che l’aveva anticipata di circa un’ora, era già in rotta per la città lagunare.

 

La stazione radioamatoriale IY6GM

Grazie al libro “La conquista dei cieli” di Filippo Pacelli, la Sezione ARI di Ancona viene a conoscenza della presenza di Guglielmo Marconi in questa città, notizia che fino ad allora era sconosciuta ai più. Inoltre con l’aiuto degli archivi del quotidiano “L’Ordine Corriere delle Marche” (oggi “Corriere Adriatico”) si è riusciti a leggere i minuziosi quanto coloriti articoli che raccontarono i fatti.

 

Nel 2004 nasce così l’idea di attivare una stazione speciale in occasione della celebrazione per i 100 anni dagli esperimenti condotti da Guglielmo Marconi alla stazione radiotelegrafica della Regia Marina ubicata al faro Monte Cappuccini di Ancona. Viene così richiesto il nominativo marconiano IY6GM. Il 4 agosto del 2004 la Sezione di Ancona dell’ARI organizza una manifestazione radiantistica con un convegno presso l’Università Politecnica delle Marche e la posa di una targa bronzea a ricordo del centenario con visita alla stazione radioamatoriale allestita al faro.

 

    

Negli anni dal 2004 al 2011 IY6GM è stata attivata nel mese di agosto nei giorni degli esperimenti di Marconi del 1904. Essendo il faro di monte Cappuccini anche censito come referenza per Amateur Radio Lighthouse Society (ARLHS ITA-104) la sua attività si è prolungata anche per il weekend internazionale dei fari dando opportunità ai radioamatori di tutto il mondo di collegare questa rara referenza.

Purtroppo dal 2012 a causa delle restrizioni imposte delle Autorità per accedere al sito, la IY6GM non è stata attiva.

  

Le antenne radioamatoriali installate all’edificio del telegrafo

 

 

Il team della IY6GM durante l’attività radio

 

 

Il panorama dal faro di Monte Cappuccini

 

La QSL di IY6GM

 

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