Guglielmo Marconi

La storia italiana di Guglielmo Marconi

– fonte Wikipedia – 

1874

Guglielmo Marconi nacque a Bologna il 25 aprile 1874. Suo padre Giuseppe Marconi un proprietario terriero che viveva nelle campagne di Pontecchio, era al secondo matrimonio. Vedovo con un figlio, aveva conosciuto una giovane irlandese, Annie Jameson, nipote del fondatore della storica distilleria Jameson & Sons in visita in Italia per studiare bel canto, sposandola nel 1864. Un anno dopo il matrimonio nacque Alfonso e, nove anni più tardi, Guglielmo.   L’avere avuto una madre irlandese permette di comprendere meglio le molte attività di Guglielmo che si svolsero in Gran Bretagna e Irlanda. Avrebbe potuto optare per la cittadinanza britannica in qualsiasi momento, in quanto figlio di entrambi i genitori con tale cittadinanza, infatti quando il piccolo Guglielmo aveva tre anni, nel 1877, Giuseppe Marconi aveva infatti deciso di assumere a sua volta la cittadinanza inglese.  

 

1894

Marconi, appena ventenne, cominciò i primi esperimenti lavorando come autodidatta, aiutato dal maggiordomo Mignani. Nell’estate del 1894 costruì un segnalatore di temporali costituito da una pila, un coesore (detto anche coherer, un tubetto con limatura di nickel e argento posta fra due tappi d’argento) e un campanello elettrico, che emetteva uno squillo in caso di fulmine. In seguito riuscì, premendo un tasto telegrafico posto su un bancone, a far squillare un campanello posto dall’altro lato della stanza. Una notte di dicembre, Guglielmo svegliò la madre, la invitò nel suo rifugio segreto e le mostrò l’esperimento che aveva realizzato. Il giorno dopo anche il padre assistette all’esperimento. Quando si convinse che il campanello suonava senza collegamento con fili, regalò al figlio i soldi necessari per l’acquisto di nuovi materiali. Il giovane Marconi proseguì nei suoi esperimenti anche all’aperto. In campagna aumentò la potenza delle emissioni e la distanza che separa il trasmettitore dal ricevitore, capace di ricevere i segnali dell’alfabeto Morse.

 

1895

L’8 dicembre 1895, dopo vari tentativi, l’apparecchio che aveva costruito si dimostrò valido nel comunicare e ricevere segnali a distanza, ma anche nel superare gli ostacoli naturali (in questo caso, la collina dietro Villa Griffone). Il colpo di fucile che Mignani sparò in aria per confermare la riuscita dell’esperimento viene considerato l’atto di battesimo della radio. , Marconi scrisse al ministero delle Poste e Telegrafi. La lettera non ebbe risposta.

 

1896

Nel 1896, prevedendo l’occorrenza di capitali per proseguire negli esperimenti, in Marconi nasce l’idea di lasciare l’Italia per andare nel Regno Unito. Un amico di famiglia tramite una lettera all’Ambasciatore d’Italia a Londra, presenterà il giovane e le sue straordinarie scoperte. Con risposta, l’ambasciatore consiglia di non rivelare a nessuno i risultati ottenuti se non dopo la presentazione del brevetto. Inoltre lo incoraggia a recarsi nel Regno Unito, dove ritiene che gli sarà più facile trovare i capitali necessari per l’impiego pratico della sua invenzione. Nel febbraio del 1896, Marconi parte con la madre per il Regno Unito.

 

1897

A seguito delle notizie sui successi degli esperimenti del 1896 in Inghilterra, Marconi venne invitato in Italia dal Ministro della Marina, Ammiraglio benedetto Brin, per dare dimostrazione del funzionamento della sua invenzione. Alla sua venuta in Italia Marconi si recò dapprima a Roma , dove il 2 luglio 1897, eseguì alcunie dimostrazioni “accademiche” presso il Ministero della Marina alla presenza del Ministro Benedetto Brin e di ufficiali dello Stato Maggiore. Altri esperimenti furono eseguiti alla presenza di Re Umberto I. La Spezia fu prescelta per il fatto che il suo Arsenale era , all’epoca, la più grande base navale italiana ed un importante centro di eccellenza nella sperimentazione e omologazione dei materiali destinati all’uso presso le Forze Armate ed in particolare presso la Regia Marina. Qui erano presenti quegli uomini che, più di altri, avrebbero potuto comprendere ed apprezzare la portata delle potenzialità del nuovo sistema di comunicazione. Gli esperimenti si svolsero dapprima entro l’area dell’ Arsenale su breve distanza, poi tra l’ Arsenale e S. Bartolomeo coprendo un tratto di circa tre chilometri. Si passò poi agli esperimenti in mare: l’ apparecchio ricevente, dotato di un’antenna di diciotto metri di altezza, venne imbarcato sul rimorchiatore N° 8 che incrociava all’interno del Golfo. La stazione trasmittente fu collocata sulla banchina di S. Bartolomeo. I segnali furono chiaramente ricevuti sino a cinque chilometri e non furono più ricevibili alla distanza di dodici chilometri. Successivamente l’apparecchio ricevente fu installato sulla corazzata “San Martino” e qui, potendosi alzare un’ antenna di maggior estensione, il 18 luglio 1897, i segnali furono ricevuti chiaramnete fino a diciotto chilometri di distanza al largo delle isole della Palmaria e del Tino. Qui si dimostrò che l’apparecchio ricevente poteva funzionare anche sotto coperta, all’interno di una nave completamente di metallo. Le prove, durarono dal 10 al 19 luglio, Il 20 luglio Marconi lasciava La Spezia rientrando a Londra e lasciava i suoi apparecchi alla Regia Marina.

 

1903

Nel 1903 Marconi scelse la località di Coltano presso Pisa per installare un trasmettitore a scintilla che venne utilizzato fino alla seconda guerra mondiale prima per comunicare con le colonie d’Africa, quindi con le navi in navigazione, e in seguito ampliata e potenziata tanto da diventare una delle più potenti stazioni radio d’Europa.

 

1904

Nel 1904 inaugurò il collegamento radiotelegrafico stabile attraverso l’Adriatico tra Bari e il Montenegro. Effettuò poi esperimenti sul colle Cappuccini di Ancona, al fine di studiare l’influenza della luce solare sulla trasmissione delle onde radio, evidenziando che esse hanno una migliore propagazione durante la notte.    

 

1909

Il 10 dicembre 1909, a Stoccolma Guglielmo Marconi ricevette il premio Nobel per la fisica, condiviso con il fisico tedesco Carl Ferdinand Braun. La motivazione della Reale Accademia delle Scienze di Svezia recitò: “… a riconoscimento del contributo dato allo sviluppo della telegrafia senza fili”.  

 

1911

Nell’autunno 1911 Marconi visitò le colonie italiane in Africa per sperimentare i collegamenti a lunga distanza con la stazione di Coltano; in particolare fu a Tripoli da poco occupata dalle truppe italiane dove effettuò in collaborazione con Luigi Sacco, comandante della locale stazione radio, alcuni esperimenti di collegamento radio con Coltano, che diedero impulso all’allestimento da parte dell’arma del Genio del primo servizio di radiotelegrafia militare su larga scala. Dal foglio matricolare custodito presso il distretto militare di Bologna, risulta inoltre, che il giovane Marconi scelse di fare il soldato nell’esercito per un anno; lo espletò invece nella Regia Marina, pur essendo nato in una città dell’entroterra (fu inserito nel corpo Reali Equipaggi in qualità di operaio).

 

1912

Nel 1912 Marconi fu alla Spezia, presso la struttura della Marina Militare di San Bartolomeo, operava per ottimizzare trasmissioni e ricezioni. Il 25 settembre, alle ore 12:30 circa, Marconi transitava alla guida della sua automobile, una Fiat 50 HP, nel paese di Borghetto Vara in direzione di Genova, per attraversare il Passo del Bracco. Appena fuori dall’abitato di Borghetto Vara, in prossimità di una curva secca, la sua vettura si scontrò frontalmente con un’altra automobile, una Isotta Fraschini, rimanendo incastrata fra le lamiere di quest’ultima. L’urto fu molto violento e Marconi fu ferito all’occhio destro dalle schegge di vetro del parabrezza della sua vettura, frantumatosi nello scontro. Ricoverato presso l’Ospedale militare della Spezia in Viale Fieschi, Marconi fu operato nella serata dello stesso giorno a causa dell’aggravarsi delle sue condizioni; i medici furono costretti ad estirpare l’occhio leso. In seguito fece una lunga degenza riabilitativa presso lo stesso ospedale. La curva nei pressi dell’abitato di Borghetto Vara, luogo dell’incidente, è detta ancor oggi dai vecchi abitanti curva Marconi.   Svolse il servizio militare all’ambasciata di Londra dal 1º novembre 1900. Trasferito poi in Italia fu congedato il 1º novembre 1901, ma per età fu trasferito nell’esercito il 31 dicembre 1906. Venne nominato senatore a vita del Regno d’Italia il 30 dicembre 1914.

 

1915

In data 19 giugno 1915 Marconi si arruola come volontario nel Regio Esercito con il grado di tenente di complemento del Genio, indi promosso capitano il 27 luglio 1916 e, benché ufficiale dell’esercito, prestava servizio nell’Istituto Radiotelegrafico della Marina; in seguito a regolare domanda, datata Livorno 14 agosto 1916 presentata al Ministro della Marina, fu nominato Capitano di Corvetta della Regia Marina con R.D. del 31 agosto 1916, congedato con tale grado il 1º novembre 1919, e promosso Capitano di Fregata in congedo con R.D. 28 marzo 1920, e poi Capitano di Vascello con R.D. 7 luglio 1931. Ambedue tali promozioni rientravano nelle norme di avanzamento degli ufficiali di complemento in congedo.    

 

1927

Fu nominato presidente del Consiglio Nazionale delle Ricerche nel 1927 e della Regia Accademia d’Italia (l’attuale Accademia Nazionale dei Lincei) il 19 settembre 1930, diventando automaticamente membro del Gran Consiglio del Fascismo, pur partecipando ad una sola seduta. La figura di Marconi fu utilizzata dal governo italiano per valorizzare il ruolo degli italiani all’estero. Il presidente del consiglio Boselli nei difficili anni della prima guerra mondiale aveva proposto di nominare Marconi commissario per curare la rappresentanza diplomatica italiana negli Stati Uniti, ma il progetto non ebbe seguito per le resistenze dei diplomatici di carriera. Venne poi utilizzato dalla propaganda del regime fascista come esempio di patriottismo e genialità italica. Il 15 giugno 1927 sposò Maria Cristina Bezzi-Scali. La loro figlia fu chiamata Maria Elettra Elena Anna. Anche il panfilo che ospitò molte ricerche in varie parti del mondo si chiamava Elettra.

 

1929

Il 17 giugno 1929 Vittorio Emanuele III conferisce a Marconi il titolo ereditario di marchese. Nel 1929, su richiesta di Pio XI, si incaricò di sovrintendere alla costruzione della prima Stazione Radio del Vaticano.

 

1931

L’inaugurazione di quella che nei decenni successivi assumerà il nome di Radio Vaticana avvenne il pomeriggio del 12 febbraio 1931. G. Marconi volle introdurre personalmente la prima trasmissione radiofonica di un Pontefice, Pio XI: “Per circa venti secoli il Pontefice Romano ha fatto sentire la parola del suo divino magistero nel mondo, ma questa è la prima volta che la sua viva voce può essere percepita simultaneamente su tutta la superficie della terra”. Al termine della cerimonia Pio XI lo decorò con le insegne della Gran Croce dell’Ordine Piano, consegnandogli anche il Diploma di socio della Pontificia Accademia delle Scienze.” In questo periodo ideò e fece costruire un radiocomando con cui il Papa Pio XI poté azionare per la prima volta l’illuminazione della stele votiva dedicata alla Madonna della Lettera a Messina.   Dal Centro di Coltano partì il segnale, nel 1931, che accese le luci al Cristo Redentore di Rio de Janeiro, in una dimostrazione sull’efficienza della radio in comunicazioni transoceaniche. Sempre in questo stesso anno inizierà una serie di esperimenti nella zona del Tigulio in Liguria, tra Rapallo, Santa Margherita e Sestri Levante impiegando le microonde.

 

1932

Nell’estate del 1932 effettua l’allora record di comunicazione impiegando microonde di 60 cm di lunghezza tra le località di Rocca di Papa, in provincia di Roma e Capo Figari a Golfo degli Aranci in Sardegna.  

 

1933

Nei primi mesi del 1933 entra in funzione la stazione a microonde di Castel Gandolfo, progettata da Marconi su richiesta di Papa Pio XI, che permetteva il collegamento stabile fullduplex con la Città del Vaticano. A Torre Chiaruccia (Santa Marinella), nelle vicinanze di Civitavecchia, ad alcuni alti ufficiali dell’esercito, un apparato radio che permetteva di rilevare oggetti metallici in movimento colpiti da fasci di microonde (il passaggio di automobili o di aerei), di fatto un primo abbozzo del radar che Marconi aveva preconizzato già nel 1922. Nonostante gli ufficiali fossero rimasti positivamente impressionati, non riuscirono a comprendere l’importanza strategica di quella invenzione che così non ricevette investimenti da parte dello Stato. Negli anni seguenti Marconi continuò queste ricerche per proprio conto, in parallelo a quelle di Ugo Tiberio.

Dal 1933 alla morte fu presidente dell’Istituto Treccani. 

 

1934

Nel 1934 fu nominato primo presidente del CIRM che era nato su iniziativa sua e del suo medico, il dottor Guido Guida.  

 

1935

Nel 1935, dopo l’invasione italiana dell’Etiopia, la BBC aveva bandito Marconi per questioni politiche dalle trasmissioni.  

 

1936

Con Regio Decreto del 18 luglio 1936 Marconi fu promosso contrammiraglio nella riserva per meriti eccezionali. Gli furono conferite 16 lauree honoris causa (di cui due in legge), 25 onorificenze di alto rango, 13 cittadinanze onorarie.

 

1937

A Roma, la mattina del 19 luglio 1937, Guglielmo Marconi nella casa del suocero, in via Condotti, ebbe una crisi cardiaca. Dopo che il suo medico personale, il dottor Cesare Frugoni, gli comunicò la gravità delle sue condizioni, Marconi fece chiamare un sacerdote, ricevette l’estrema unzione e morì alle 3:45 del mattino del 20 luglio. In segno di lutto, quello stesso giorno le stazioni radio di tutto il mondo interruppero contemporaneamente le trasmissioni per due minuti.  Ai funerali di Stato, tenutisi a Roma il 21 luglio, parteciparono la gran parte delle autorità politiche e del mondo accademico oltre a una impressionante folla di 500.000 persone. Le sue spoglie sono oggi custodite a Sasso Marconi presso la casa paterna di Villa Griffone, dove hanno sede anche un museo e una Fondazione a lui dedicati.

 

 

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